Con 5 miliardi di euro l’anno e 3 milioni di turisti, dopo anni di crescita continua l’enoturismo è pronto per diventare un asset importante della voce turistica italiana. Ma serve coordinamento a livello centrale tra tutte le forze in campo dell’offerta enoturistica, con strumenti unitari di promozione e di analisi. L’enoturismo rappresenta un valore aggiunto sempre più importante di altre tipologie di vacanza, come quella culturale, il turismo di affari ed il wellness. Un
pubblico sempre più giovane, quello dell’enoturismo, con il 70% degli ospiti under 50, sempre più connesso e destagionalizzato. Per questo e per mille altri motivi è giusto e conveniente puntare su vino e territori rurali, due tra le più affermate voci del nostro made in Italy. Con gli enoturisti sempre più “2.0”: non semplici winelovers ma un popolo che confronta offerta, prezzi e qualità in tempo reale
sul proprio smartphone e sui social media. 2 clienti su 3 scelgono l’itinerario e la visita in cantina da soli sul web e per intercettare questa realtà fioriscono siti e “apps”, si moltiplicano le campagne “viral” sulla rete e i contenuti “ugc”. Esempi? Da www.movinclick.it, una sorta di Facebook enologico con tutti gli strumenti tipici del web 2.0 (forum, chat, condivisione di file multimediali, pagina personale) ma con tanto di “tasting note” sulle bottiglie preferite, da poter condividere, oltre ai ‘panel di assaggio’ da fare comodamente in poltrona, senza muoversi da casa. Tra
le particolarità, anche la possibilità di definire il proprio “stato sentimentale” col vino e di avere un avatar personalizzato a seconda della categoria di appartenenza (da appassionato a tecnico).
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