Maurizio Peroni

LA VOCE DELLA TIPICITA' DEI VINI DELLA TRADIZIONE PICENA E FAMILIARE !
THE VOICE AND THE UNIQUE CHARACTER OF THE FAMILY AND PICENO TRADITION !

sabato 15 settembre 2012

I VINI ITALIANI PIU' AMATI AL MONDO

Quali sono i 5 vini italiani più amati al mondo nel 2012? Ce li svela una ricerca nata dal monitoraggio delle 50 più autorevoli riviste di settore internazionali: con il 22,5% delle citazioni, specie nella stampa americana, Sassicaia ed Ornellaia, seguiti da una griffe, la Ruffino, presente nel 17,8% degli articoli presi in considerazione. Al terzo posto con il 14,10% il Barolo di Bartolo Mascarello, amato anche in Francia, seguito dal Soave di Pieropan con l'11,6% e a chiudere l’Aglianico di Mastroberardino con il 9,5%.

giovedì 13 settembre 2012

TRE BICCHIERI 2013 REGIONE MARCHE

Dopo una crescita ininterrotta nei scorsi lustri, quest'anno cala il numero dei Tre Bicchieri assegnati dal Gambero Rosso ai vini delle Marche. Una flessione speriamo solo fisiologica anche se è dovuta forse a cause ben specifiche. IL Verdicchio, si conferma wine leader della regione, e cresce in numero e in personalità. Nel bicchiere può contare su una molteplicità d'etichette che trasmettono la lucida e univoca visione di chi le ha create. C'è il senso elegantissimo e sussurato del Riserva Villa Bucci di Ampelio Bucci; il passo cadenzato, regolato dal sapiente uso del legno del Riserva Stefano Antonucci di Santa Barbara e del San Sisto di Fazi Battaglia; si esprime la potenza e la tipicità che la riva destra dell'Esino (Capovolto de La Marca di San Michele, Il Cantico della Figura di Felici, San Michele di Bonci) e, al contempo, la raffinata impronta della riva sinistra (Podium di Garofoli, Crisio di Casalfarneto, Vecchie Vigne di Umani Ronchi Montesolaro e Pallio di San Floriano). Vi è l'uso perfetto della “surmaturazione” delle uve che dona sfumature aromatiche accattivanti e grande ricchezza di sapore (Vigna Novali di Moncaro e Mirum de La Monacesca). Il primo alloro alle bollicine dell'Ubaldo Rosi di Colonnara è il sigillo della versatilità del vitigno. Matelica incoccia in due annate meno fortunate, 2011 e 2009 e ne esce con le polveri bagnate ma la qualità media dei vini punta decisamente verso l'alto. Bocca asciutta per l'Offida Pecorino, la cui qualità si diluisce e si fraziona nel solito marasma d'interpretazioni, alcune anche molto distanti tra loro. Chi esce malconcio è il rosso marchigiano che perde due Tre Bicchieri, passando dai 6 del 2012 ai 4 del 2013, confermando che le Marche stanno mutando la loro vocazione vinicola da bacca rossa a bacca bianca. Si salvano i soliti: Kurni di Oasi degli Angeli, Barricadiero di Aurora, Roggio del Filare di Velenosi e il Pollenza dell'omonima cantina. La Lacrima di Morro d'Alba, specie nelle tipologie Superiore e Passito, gode di ottima salute. Non sembra infatti lontano il giorno in cui qualcuno potrà avere dei riconoscimenti migliori.

venerdì 7 settembre 2012

SEMI DI UVA RISALENTI A 2000 ANNI FA

Semi d’uva, perfettamente conservati, vecchi di 2.000 anni fa: è la scoperta fatta in un pozzo risalente all’epoca romana a Cetamura, nei terreni di Badia a Coltibuono, storica azienda del Chianti Classico, che potrebbe portare a nuove scoperte sulla viticultura e sulla storia del paesaggio della Toscana. Come? Grazie alle reali possibilità che gli scienziati possano identificare il Dna, e raccontarci molto circa la viticultura e le varietà dell’epoca, ed il consumo di uva nel periodo romano.

lunedì 3 settembre 2012

CURIOSITA' NEL MODO DI BERE DAGLI STATES

Da un sondaggio fatto negli States, emerge che il 66% delle persone, beve alcolici, in media 4,2 drink a settimana. Birra, soprattutto, scelta come bevanda alcolica preferita dal 39% dei bevitori, sul 35% del vino e il 22% dei liquori. Ma la proporzione si ribalta quando scendono in campo le donne: se tra gli uomini, come prima scelta, spadroneggia “la bionda” con il 55% delle preferenze, e con il nettare di Bacco “relegato” al 20%, tra il gentil sesso il vino è preferito nel 52% dei casi. Roba da donne, dunque, il vino negli States, e non da giovanissimi: se la birra è preferita dal 45% delle persone tra 18 e 54 anni, dai 55 in poi vini rossi, bianchi e bollicine spadroneggiano nel bicchiere. Ma il gusto degli americani per il bere cambia, eccome, anche a seconda della longitudine: nella East Coast il nettare di Bacco è la bevanda alcolica favorita, al Sud è al pari della birra, che vince a Ovest e nel Midwest degli States.

NOVITA' DAL MERCATO DEL VINO

Brutte notizie per il vino, italiano e non solo....... in Russia nonostante la passione per gli spumanti italiani, Asti, Moscato e Prosecco in testa, a inizio 2012 l’export complessivo di vino italiano nel Paese è crollato del 48% sul 2011. E ora arriva un’altra novità di certo non positiva: il governo Putin, come misura estrema per la lotta all’alcolismo che affligge i russi, ha già vietato la pubblicità di ogni tipo di bevanda alcolica su tutti i media come televisione, radio, internet, ma anche sugli autobus del trasporto pubblico e sui cartelloni pubblicitari. E, dal 1 gennaio 2013, il divieto scatterà anche per la carta stampata. Un’iniziativa che potrebbe essere un duro colpo all’espansione dei consumi di vino in Russia, dove la cultura del nettare di Bacco è ancora tutta da costruire, e dove i media specializzati, importantissimi anche per questa mission, corrono il serio rischio di vedere finire “fuori legge” la fonte primaria del loro sostentamento. Spostandoci dall'altra parte del continente le cose cambiano: a luglio le scorte di vino hanno raggiunto il loro punto più basso negli ultimi 10 anni, e l’industria si sta avvicinando ad un punto di equilibrio dopo anni di eccesso di offerta”: una situazione ottimale per i produttori, che in un futuro immediato potranno ricominciare a scegliere su quali politiche di prezzo puntare, senza subire eccessivamente le “bizze” di un mercato in continuo movimento. Infatti le ultime due vendemmie a dir poco difficoltose in California (la Regione che, da sola, rappresenta l’80% di tutta la produzione a stelle e strisce), ha permesso di poter importare vino sfuso dal resto del mondo per rispondere alla “sete” di vino di una popolazione che, pur mettendo ancora in cima alle proprie bevande alcoliche preferite la birra, ha sempre più voglia di vino. Del resto, che negli Usa il vino autoctono non sia sufficiente lo dimostra un’altra tendenza: la diminuzione delle esportazioni, a favore di un mercato interno che garantisce profitti decisamente maggiori. Ma non basta e, soprattutto, non basterà per i prossimi 5 anni, fin quando le vigne che verranno impiantate da qui al 2014 non entreranno in produzione. E fino ad allora, l’unica soluzione è importare vino da chi, negli ultimi anni, ha avuto vendemmie abbondanti e di qualità: Spagna e Italia, seguite da Australia ed Argentina.

LE TEORIE DEL GUSTO "OMOLOGATO" DEI VINI ITALIANI

E' terminata l'estate è iniziata la vendemmia e spunta il tormentone: “I vini italiani sono sempre meno tipici?”. L’affermazione, è di Luigi Odello, direttore del Centro Studi Assaggiatori, che ha sottoposto 27 esperti ad una degustazione alla cieca, in cui dovevano collegare i vini assaggiati ai territori di provenienza. Con scarsi risultati, visto che, con una Barbera d’Alba,per esempio, nessuno l’ha riconosciuta e collegata al Piemonte, altri l’hanno presa per un Brunello di Montalcino. Colpa dell’omologazione di tanti vini in cantina, dice il Centro Studi. Ma può essere un allarme anacronistico, visto che oggi tutti vanno verso la tipicità, puntando su una produzione con vitigni autoctoni, lieviti “selvaggi” ed esaltazione del terroir”? Trova daccordo Marco Sabellico, curatore della guida del Gambero Rosso e Gigi Brozzoni, alla guida del Seminario Veronelli. “La difficoltà di attribuire i vini ai loro territori, semmai, è dovuta al motivo opposto dell’omologazione: c’è tanta varietà e, a parte alcuni descrittori comuni a tanti vini, a molti degustati mancano punti di riferimento sulle differenze”. Ma allora c'è da chiedersi: loro che sono esperti degustatori perchè referenti delle guide, non è che mancano un pò di professionalità se non riescono ad avere punti di riferimenti tra le varie varietà?