Maurizio Peroni

LA VOCE DELLA TIPICITA' DEI VINI DELLA TRADIZIONE PICENA E FAMILIARE !
THE VOICE AND THE UNIQUE CHARACTER OF THE FAMILY AND PICENO TRADITION !

lunedì 3 settembre 2012

NOVITA' DAL MERCATO DEL VINO

Brutte notizie per il vino, italiano e non solo....... in Russia nonostante la passione per gli spumanti italiani, Asti, Moscato e Prosecco in testa, a inizio 2012 l’export complessivo di vino italiano nel Paese è crollato del 48% sul 2011. E ora arriva un’altra novità di certo non positiva: il governo Putin, come misura estrema per la lotta all’alcolismo che affligge i russi, ha già vietato la pubblicità di ogni tipo di bevanda alcolica su tutti i media come televisione, radio, internet, ma anche sugli autobus del trasporto pubblico e sui cartelloni pubblicitari. E, dal 1 gennaio 2013, il divieto scatterà anche per la carta stampata. Un’iniziativa che potrebbe essere un duro colpo all’espansione dei consumi di vino in Russia, dove la cultura del nettare di Bacco è ancora tutta da costruire, e dove i media specializzati, importantissimi anche per questa mission, corrono il serio rischio di vedere finire “fuori legge” la fonte primaria del loro sostentamento. Spostandoci dall'altra parte del continente le cose cambiano: a luglio le scorte di vino hanno raggiunto il loro punto più basso negli ultimi 10 anni, e l’industria si sta avvicinando ad un punto di equilibrio dopo anni di eccesso di offerta”: una situazione ottimale per i produttori, che in un futuro immediato potranno ricominciare a scegliere su quali politiche di prezzo puntare, senza subire eccessivamente le “bizze” di un mercato in continuo movimento. Infatti le ultime due vendemmie a dir poco difficoltose in California (la Regione che, da sola, rappresenta l’80% di tutta la produzione a stelle e strisce), ha permesso di poter importare vino sfuso dal resto del mondo per rispondere alla “sete” di vino di una popolazione che, pur mettendo ancora in cima alle proprie bevande alcoliche preferite la birra, ha sempre più voglia di vino. Del resto, che negli Usa il vino autoctono non sia sufficiente lo dimostra un’altra tendenza: la diminuzione delle esportazioni, a favore di un mercato interno che garantisce profitti decisamente maggiori. Ma non basta e, soprattutto, non basterà per i prossimi 5 anni, fin quando le vigne che verranno impiantate da qui al 2014 non entreranno in produzione. E fino ad allora, l’unica soluzione è importare vino da chi, negli ultimi anni, ha avuto vendemmie abbondanti e di qualità: Spagna e Italia, seguite da Australia ed Argentina.

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