Maurizio Peroni

LA VOCE DELLA TIPICITA' DEI VINI DELLA TRADIZIONE PICENA E FAMILIARE !
THE VOICE AND THE UNIQUE CHARACTER OF THE FAMILY AND PICENO TRADITION !

mercoledì 28 marzo 2012

I NUOVI SCENARI DEL MERCATO MONDIALE

Cambia il mondo, sempre più rapidamente, e cambiano anche i trend dei consumi di vino, tanto che nell’arco di 15 anni (dal 1995 al 2010) la “mappa” dei consumi è completamente rivoluzionata: se l’Europa beveva il 72,1% del vino prodotto in tutto il mondo, oggi la quota del Vecchio Continente è scesa al 64,9%, mentre l’Asia, che consumava solo il 4,2% del totale, oggi “pesa” per il 7,9%,raddoppiando la propria quota. Crescono anche il Continente Americano, (dal 19,4% al 21,6%) e l’Oceania (dall’1,6% al 2,7%), mentre restano stabili i consumi in Africa (dal 2,6% al 2,9%). In Europa, a fronte del netto calo dei consumi nei Paesi storicamente produttori (Italia, Francia e Spagna), c’è da registrare l’exploit del Regno Unito, che ha quasi doppiato, tra il 1991 ed il 2010, i propri consumi, e della Germania, in crescita costante. Il futuro, però, passa per le due più grandi economie del mondo,
Stati Uniti e Cina: Paesi estremamente diversi, in cui i consumi continuano a salire, ed i margini di crescita per i vini italiani sono ancora ampi. Negli Stati Uniti, diventati uno dei primi produttori del mondo, le vendite di vino sono cresciute in volume ad un tasso medio annuo del 2%, un incremento fatto registrare grazie alle vendite di vini spumanti e frizzanti (+3,4%, escludendo lo Champagne) e vini rossi fermi (+2,9%). Un ritmo di crescita che, secondo gli esperti, durerà
almeno fino al 2016, con aumenti più sostenuti per i vini fermi, anche grazie all’ingresso di nuovi consumatori nel mercato, perlopiù giovani, che tendono a spostarsi dal consumo di birra a quello di vino. La Cina, diversamente dagli Usa, tra il 2006 ed il 2011 ha conosciuto un vero e proprio boom dei consumi, cresciuti mediamente del 12% all’anno, trainati dallo Champagne (+15%) e dai vini rossi fermi
(+26%), un trend che proseguirà fino al 2016.

martedì 27 marzo 2012

IL VINO AL SUPERMARKET


Ho il piacere di allegare questa tabella che evidenzia in maniera significativa le vendite del vino a basso costo nei supermercati.

venerdì 16 marzo 2012

IL VINO TRAPPISTA DELLE SUORE DI CLAUSURA

Quando si parla di bere “trappista”, di solito, si pensa alle birre prodotte dai monaci. Ma ora arriva anche il vino prodotto dalle suore di clausura del Monastero Trappiste di Vitorchiano (Viterbo), e che debutterà a “ViniVeri 2012 - Vini secondo natura”, di scena dal 24 al 26 marzo a Cerea (Verona). Una curiosità che profuma di storia, visto che fin dall’antichità il vino e la vite sono presenti come tesori
preziosi, per il nutrimento e la liturgia, nei più importanti monasteri d’Europa. E anche la ferrea “regola” di San Benedetto da Norcia, prevedeva 1/4 di litro di vino al giorno per ciascun monaco.

La “muccigna” e il Pecorino CIPREA

Riporto l'articolo pubblicato su Bibenda da Nila Halun Enoteca Bibenda, Assisi.

"La muccigna è una cassetta di pescato. L’ultima raccolta dalle reti dei pescherecci, a San Benedetto del Tronto, prima di entrare in porto. È composta di pesci piccoli, difficili da commercializzare, di non grande pregio ma di assoluta freschezza. Il più delle volte questo pesce viene consumato nelle famiglie dei pescatori stessi, raramente finisce nella cucina di qualche ristorante.

Proprio l’altra settimana Antonio Pignotti che, insieme al fratello Orlando, conduce il ristorante dello Chalet “Stella Marina” sulla spiaggia di Grottammare, ci mostra tre cassette di muccigna appena arrivate, dove ancora si agitano piccole sogliole, pescatrici, merluzzetti, tracine, rombetti chiodati e qualche mazzolina.

In breve tempo il pesce è cucinato e portato in tavola. I piatti sono semplici, nel solco della tradizione ascolana, e preparati con cura. Primo fra tutti il caratteristico brodetto alla sanbenedettese, quasi bianco con pomodorini verdi, peperoni, cipolle e aceto, seguito da un imprescindibile fritto misto dell’Adriatico.

A questo punto non restava che accompagnare il tutto con un vino adeguato. Di buona struttura, fresco e di spiccata sapidità. Tra tutte le etichette della cantina la scelta cade su un Pecorino: il Ciprea dei Poderi Capecci San Savino, vigneti collinari a dieci chilometri dal mare, tra Ripatransone e Offida. Dove sembra di essere nelle Langhe. Colline vitate a perdita d’occhio alternate agli olivi e a suggestivi Calanchi.

Eppure il Pecorino, così come viene oggi proposto, ha storia recente. Perché di recente riscoperto. Rischiava infatti di andare perduto come molti altri vitigni italici, relegato in territori sempre più ristretti a causa della sua ridotta produttività. Tipico della zona a cavallo tra le provincie di Macerata e Ascoli Piceno, deve il suo nome proprio alla caratteristica di quei territori. Terre di pascoli e dunque di pecore. Sembra infatti che i piccoli acini di quest’uva (da cui il nome anche di Uva Piccoletta o Uvina), che matura molto presto e predilige siti collinari freschi, piacessero molto alle pecore. All’assaggio questo Pecorino Ciprea 2010 Doc Offida è giallo paglierino con riflessi verdolini. Al naso, note di erbe aromatiche accompagnate da un’accentuata mineralità. In bocca si rivela caldo, supportato da una vena acida e da una buona sapidità. La maturazione avviene esclusivamente in acciaio ed è un vino molto versatile. Oltre ai piatti di pesce, con cui l’abbiamo accompagnato, è possibile abbinarlo anche ai salumi tipici del territorio ascolano, tra cui il noto Ciauscolo - un salame dalla caratteristica consistenza che lo rende spalmabile - oltre naturalmente ad altri piatti della cucina ascolana in un gioco di accostamenti tutti da sperimentare."

venerdì 9 marzo 2012

VINO 2.0 : LE CANTINE E I SOCIAL NETWORK

Facebook conta più di 850 milioni di utenti nel mondo, Twitter ha superato i 500 milioni, YouTube è il sito n. 3 del pianeta per visite giornaliere dopo Google e lo stesso Facebook, e LinkedIn ha già passato la soglia dei 100 milioni di profili registrati. Pochi numeri, per dare l’idea della portata del fenomeno dei social network. Le cui potenzialità, pare, sono sempre più nei pensieri del mondo del vino. Al punto che, ormai, l’80% della cantine italiane al top utilizza in qualche modo il web 2.0 per il proprio business.E quel 20% che ancora non lo fa, in ogni caso, prevede di farlo nel 2012. Il social network più gettonato, in linea con i trend globali, è Facebook, utilizzato dal 70% dei produttori per interagire con
il pubblico di Internet di tutto il mondo, fatto soprattutto di giovani, ma non solo. Poi viene Twitter (55%) seguito a pari merito da YouTube e dai “blog”, utilizzati dal 35% delle cantine. E poi c’è LinkedIn,social network in voga soprattutto tra i professionisti, che coinvolge un’azienda su 5. In ogni caso,
emerge chiara la tendenza che, ad oggi, il social networking non è utilizzato tanto per fare business diretto, ovvero vendere bottiglie, quanto per comunicare eventi, stimolare discussioni, ma anche per rimanere in contatto non solo con il pubblico, ma anche con le più importanti testate on line e blog del settore, per organizzare degustazioni e per migliorare la riconoscibilità e la reputazione del proprio
brand, cosa sempre più importante in un mercato inflazionato di etichette, attraverso quello che ormai è il primo mezzo di comunicazione-informazione del mondo, ovvero il web 2.0.