Maurizio Peroni

LA VOCE DELLA TIPICITA' DEI VINI DELLA TRADIZIONE PICENA E FAMILIARE !
THE VOICE AND THE UNIQUE CHARACTER OF THE FAMILY AND PICENO TRADITION !

venerdì 10 maggio 2013

LA NUOVA CINA DEL VINO

I consumi di vino del gigante asiatico crescono di anno in anno, e la soluzione per soddisfare il proprio fabbisogno dal punto di vista del Governo di Pechino, non passa dalle sole importazioni. Meglio un piano produttivo su scala nazionale: a gennaio è arrivato il via libera delle autorità locali ai primi 18.000 ettari di vigneti, ai piedi del monte Qin Ling, nella Provincia di Shaanxi, confine meridionale dell’altopiano del Tibet, caratterizzato dalle grandi foreste in cui trovano rifugio, attualmente, 1.600 esemplari di panda gigante, simbolo della Cina in tutto il mondo. Altri 6.600 ettari sorgeranno invece ad Aba, nella Provincia di Sichuan, riconosciuta anch’essa come habitat naturale del panda gigante, dove vivono decine di migliaia di contadini tibetani che, nei piani del Governo, dovranno “riconvertirsi” alla viticoltura, per fare di Aba “la nuova Bordeaux della Cina”. Sono numeri che raccontano la maestosità di un piano che sconvolgerà il panorama produttivo interno del mercato , ma che contestualmente portera' anche a diverse riflessioni, che vanno dall’aspetto sociale a quello naturalistico, storico ed etico. Per prima cosa, le aree su cui sorgeranno i vigneti sempre più  vincolate da investimenti governativi e stranieri, e scelte dagli enologi cinesi perché simili a grandi terroir come la Valle del Rodano o della Toscana, da migliaia di anni sono ricoperte dalla foresta, ed è qui che vivono la maggior parte dei panda del Paese, che verranno costretti in una riserva, insufficiente, secondo molti studiosi e scienziati, a garantirne la sopravvivenza. Di conseguenza, ci sarà da fare i conti con gli sconvolgimenti che una rivoluzione del genere porterà nella vita delle persone: decine di migliaia di contadini tibetani, legati alle loro terre da tradizioni secolari,  dovranno diventerare viticoltori, con si spera,  un netto miglioramento delle proprie condizioni economiche, al prezzo di uno “sradicamento” dalle proprie radici culturali. Alla fine, la conversione di Pechino al vino, rischia di tradire proprio quei pilastri che lo rendono unico, un prodotto dell’uomo capace di raccontare la storia e la cultura di territorio e popoli, sconvolgendo la vita dei propri abitanti. Qundo si parla di business !

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