Riporto un'intervista rilasciata da Alberto Mazzoni direttore dell'Istituto marchigiano tutela vini (Imt).
A premessa di quanto sopra, si fa presente l'andamento positivo dell'export dei
vini marchigiani. Dopo il +10% registrato nel 2012, nei primi mesi del 2013 l'aumento si colloca tra il
3% e il 5%. Il mercato italiano invece, presenta un conto salato soprattutto alle denominazioni più
piccole. Dice Mazzoni: "Per le 830 aziende associate (70% con punto vendita in
azienda) all'interno dell'Imt, che conta
16 vini a denominazione e 4 Docg, resta quindi decisivo proiettarsi
all'estero. Soprattutto
verso gli Usa che da soli coprono il 60%
dell'export .
L'Imt, che nei giorni scorsi ha rinnovato la fiducia al presidente Gianfranco
Garofoli per il prossimo triennio,
ha investito in promozione 9 milioni di euro negli ultimi 4 anni (di cui 3,8 da parte
dei produttori). Siamo un
collettore di finanziamenti e abbiamo dato vita a un sistema in cui
anche il piccolo si deve sentire grande e, allo stesso modo dei grandi, deve
avere la
possibilità di vendere all'estero. Il
mercato dei vini sotto il brand Marche è oggi dominato
dal Verdicchio di Jesi, che da solo conta 14 milioni di bottiglie (60%
esportate) e rappresenta circa metà della produzione regionale a Doc, con un fatturato
di 25 milioni. L'altra parte del sistema Marche afferisce a Offida-Ascoli, che vanta il
blasonato Rosso Piceno." Mi domando: è il Pecorino dove'è finito? " L'idea di unificare sotto un'unica gestione anche i prodotti
ascolani non sembra tuttavia una bestemmia: Sono
pronto al dialogo e non ho preclusioni;
ci guadagneremmo tutti . Nel frattempo, l'Imt guarda avanti e, per
venire incontro ai gusti del mercato, spinge per avere rossi meno strutturati, per
promuovere i rosati e le bollicine, così come per una maggiore 'libertà di
tappo' (a cominciare
dal Rosso Conero). Si lavora anche alla ristrutturazione dei vigneti. Ai
giovani dobbiamo
dare un futuro, e lo si deve fare garantendo prima di tutto il valore delle uve”.
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