Ultimamente si parla spesso di spesa
low cost! La crisi morde
ed è boom del low cost
sulle tavole degli italiani: 6 famiglie italiane su 10
hanno tagliato quantità
e qualità degli alimenti mentre le vendite nel primo trimestre 2013 salgono
solo nei discount . E di pari passo balzano in avanti gli allarmi alimentari, di cui l’80% provocato da prodotti a
basso costo provenienti da Paesi
extra Ue. La contaminazione della dieta mediterranea dalle
importazioni dei falsi prodotti
tipici made in Italy, dai wine-kit svedesi, all’olio d’oliva turco,
ai falsi formaggi al miele cinese o il prosciutto
cotto olandese, ma anche i limoni argentini, il pane proveniente dall’Est
Europa. A differenza
di quanto è accaduto per tutti gli altri settori, dall’abbigliamento
alle automobili,
in cui gli italiani hanno rinunciato agli acquisti, per l’alimentare, che
va in tavola tutti i giorni, questo
non è possibile, almeno oltre un certo limite, ma si è verificato un sensibile
spostamento verso i prodotti
a basso costo per cercare comunque di risparmiare. Una tendenza frutto del
cambiamento dei
consumi delle famiglie italiane che per gli alimentari e le bevande nel 2012
sono scesi a 117 miliardi, con
un calo del 6,3% dal 2008. Dietro questi prodotti spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore
qualità o metodi di produzione
alternativi. Quindi durante un acquisto non resta altro che verificare sempre gli ingredienti e la provenienza in etichetta,
preferire l’acquisto
di prodotti freschi o comunque poco elaborati e che non devono aver subito
lunghi trasporti.
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