Maurizio Peroni

LA VOCE DELLA TIPICITA' DEI VINI DELLA TRADIZIONE PICENA E FAMILIARE !
THE VOICE AND THE UNIQUE CHARACTER OF THE FAMILY AND PICENO TRADITION !

sabato 4 gennaio 2014

REPORT SUL MERCATO DEL VINO DEL 2013

E' terminato il 2013 e per questo è interessante fare un resoconto sul panorama vino italiano. Mediamente possiamo dire che c'è stato un incremento sul fatturato generale del 7% nell’ultimo trimestre 2013 (sullo stesso periodo del 2012). Un dato confortante che arriva dopo le ultime rilevazioni Istat sull’export del vino tricolore che fa registrare, a settembre, un +8% per i vini imbottigliati, molto interessante perché segna un incremento sulla crescita dei primi 9 mesi      dell’anno
(+5%). Ma le buone notizie arrivano anche dal mercato interno, dove si registra in media, una crescita del +4% sul 2012. Dati che fanno esprimere un “sentiment” positivo sull'attuale 2014. Tutto bene quindi? Non è proprio così e gli imprenditori del mondo del vino tricolore lo sanno bene. In Italia, che resta un mercato fondamentale, la situazione è ancora incerta e i segnali, benché positivi, sono ancora troppo timidi. I mercati esteri continuano a fare da traino, evidentemente, e le aziende campione, che dichiarano un incremento sul 2012, hanno, nel recente passato, concentrato i loro sforzi proprio nell’export, non solo in termini di promozione, ma anche spostando la percentuale delle loro vendite dal mercato interno a quello internazionale, vendendo le loro etichette oltre confine in percentuali che stanno tra il 60 e il 70%. Ma restano tante questioni aperte. Si va dalla poca propensione alle esportazioni di intere Regioni, al peso sempre più gravoso della burocrazia, fino alla endemica mancanza della cosiddetta “massa critica” del comparto e al problema dei tassi di cambio con Canada e Stati Uniti, quest’ultimo mercato di riferimento per il vino italiano. E a proposito di mercati internazionali sembra concretamente sfatato il mito orientale come soluzione a tutti i mali dei mercati
maturi del resto del mondo. Per i produttori le performance migliori sono arrivate proprio da questi Paesi: Usa in testa, ma anche Germania, Inghilterra, Giappone e Russia, forse l’unico Paese dei cosiddetti “Bric” a garantire, ad oggi, risultati interessanti.

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