Una terra di rossi dove le maggiori soddisfazioni arrivano dai bianchi. Il comprensorio del Piceno, con oltre 1.500 ettari vitati, sta attraversando una congiuntura positiva determinata nel 2014 da Pecorino e Passerina, ben apprezzati sui mercati esteri, dove è venduto in media il 60% della produzione complessiva (Usa, Canada, Germania, Scandinavia, Cina e Russia), pari a 9,4 milioni di bottiglie. Di queste, oltre 6,2 milioni sono a firma delle aziende del Consorzio vini Piceni, con 35 aderenti tra cui due cantine sociali, che portano i soci a quota 500. Sul fronte vendite, cresciamo mediamente del 5% annuo e notiamo un positivo ringiovanirsi della base sociale: il ricambio generazionale c'è e va nella direzione del miglioramento delle produzioni e dell'ampliamento dell'offerta, con forme moderne di ospitalità . Cresce anche il biologico, oggi al 40% degli aderenti al Consorzio. Resta tuttavia ancora una buona fetta di vino rivendicato (40%) ma non imbottigliato; così come è forte l'esigenza di accrescere il livello medio dei prezzi delle tre denominazioni, oggi a 4 euro a bottiglia. L'auspicio del Consorzio è arrivare a 5 euro, sfruttando gli effetti positivi della promozione estera, per la quale si prevede una spesa superiore a 2 milioni di euro, tra fondi Ocm Paesi terzi e Psr. I nostri produttori hanno avuto la lungimiranza di puntare sugli autoctoni. Vogliamo portare avanti il legame territorio-vitigni . Al punto che entro metà anno sarà pubblicato un volume di studi sul Pecorino, per illustrare l'origine marchigiana (picena in particolare) di questo vitigno. L'Abruzzo è avvertito. Altro step: entro marzo, in vista di Vinitaly e Prowein, è in uscita un vademecum sulle caratteristiche sensoriali dei vini, sulle orme di quanto fatto dall'Istituto marchigiano tutela vini, con cui si condivide gran parte delle iniziative promozionali (e sarà così anche a Expo). Vogliamo presentarci al mondo con un'identità ben precisa, perché il brand Marche funziona.
Grazie....un onore :-)
RispondiElimina