Un bilancio ufficiale ancora non c’è, ma pare proprio che il 2011 segnerà un nuovo record dell’export in volume e valore per il vino italiano. Con i consumi pro-capite in strutturale calo sotto i 40 litri all’anno, sembra proprio che la rotta delle cantine per crescere ancora, sia quella dell’estero. Ma tra mercati stranieri
consolidati come gli Stati Uniti, o emergenti come l’Asia, il rischio di “trascurare” gli investimenti per riconquistare i consumatori nel Belpaese è dietro l’angolo. E sarebbe un errore clamoroso, perché l’Italia è tra i primi 4 Paesi al mondo per consumo pro-capite. E anche l’estero va gestito bene: molti si stanno concentrando sui mercati emergenti, lasciando spazi vuoti, per assurdo, nei mercati storici. Il futuro, però, si gioca nella sfida oltreconfine, dove ci sono mercati immensi in cui il vino italiano sta avendo un grande successo perché è espressione del nostro stile di vita, che è tanto amato in tutto il mondo.
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