Maurizio Peroni

LA VOCE DELLA TIPICITA' DEI VINI DELLA TRADIZIONE PICENA E FAMILIARE !
THE VOICE AND THE UNIQUE CHARACTER OF THE FAMILY AND PICENO TRADITION !

lunedì 30 agosto 2010

DIVINO IN VINO



I Poderi Capecci San Savino saranno presenti alla manifestazione "DIVINO IN VINO", che si terrà dal 3 al 5 setttembre presso l'Enoteca Regionale di Offida con ingresso 16:00 - 20:00. E' un'occasione importante per assaggiare tutte le annate dei vini di nostra produzione attualmente in commercio.

domenica 29 agosto 2010

NUOVE PROSPETTIVE DEL PANORAMA VITIVINICOLO


Mentre il mercato del vino italiano, soprattutto all’export, da qualche segnale di ripresa, i prezzi della materia prima sono sull’orlo del baratro. Le quotazioni, dal Piemonte alla Sicilia, hanno prezzi che non ripagano neanche i costi. Ecco cosa dice Edoardo Narduzzi, tra l'altro esperto di wine-economy: “È un problema strutturale, c’è troppa offerta rispetto alla domanda, e sarà così anche se la ripresa sarà più decisa”. In Italia la microproprietà è molto diffusa, e continua a spuntare prezzi
bassi. Io credo che il pericolo maggiore di ulteriori ribassi sia per le uve destinate a Doc e Docg, che a inizio anni 2000 avevano conosciuto i maggiori rialzi e che hanno tenuto un po’ meglio negli ultimi 2 anni. Le uve da tavola e gli Igt sono già a livelli molto bassi, difficile pensare ad ulteriori diminuzioni.L’Ocm ha cercato di riequilibrare domanda e offerta elargendo contributi all’espianto. Ma il problema è che abbiamo un numero di occupati in agricoltura leggermente superiore a quello che dovrebbe essere visto il livello di sviluppo economico. E, quindi, l’espianto risolve solo una parte del problema, perché aiuta la piccola impresa a uscire da un business in perdita, ma poi l’agricoltore, una volta espiantato non
ha più nulla per fare reddito. Il contributo all’espianto o è seguito da un contributo all’impianto di una nuova coltura a seconda delle esigenze dell’Unione Europea, o lascia un problema di posti di lavoro perduti difficile da gestire. La direzione ineluttabile, è la concentrazione dei micro terreni nelle mani dei produttori più grandi, sulla scia delle altre realtà come Australia o Stati Uniti,
perchè diventa molto difficile conservare unità produttive di base molto frammentate, in un mercato globale sempre più complesso per strategie di marketing, di prezzo, di difesa del cliente”.

IL MAROCCO AFFITTA TERRENI AGRICOLI


L'agroalimentare italiano potrebbe sbarcare in Marocco: il Paese africano ha aperto un bando per la concessione di 21.000 ettari di terreno messi a disposizione di investitori stranieri per progetti agricoli con contratti di affitto vantaggiosi. Le concessioni sono di 17 anni per colture annuali o attività di zootecnia che non
richiedono infrastrutture particolari, e di 40 anni per attività pluriennali come viticoltura, frutticoltura,olivicoltura e zootecnia. Tra i requisiti dei progetti, l’aggregazione con imprese estere o nazionali, tra produttori e operatori di filiera, ma anche coerenza tecnica, economica e finanziaria del progetto.

mercoledì 25 agosto 2010

PAROLA DI ENOTECA



Nonostante l’Italia si ferma per le vacanze estive, la voglia di festeggiare con un buon vino non va in vacanza. Ecco il rumor che emerge dalle testimonianze raccolte tra alcune delle più prestigiose enoteche del Belpaese. Mentre le città si svuotano dei loro abitanti, arrivano i turisti a riempire il vuoto della clientela abituale, tanto che, generalmente, le vendite sono in linea con il resto dell’anno, festività natalizie escluse. E che si vada a Roma da “Trimani”, a Firenze alla “Vinoteca al Chianti” (due nostri clienti ), a Napoli all’“Enoteca Dante” o a Palermo da “Picone”, due sono le certezze estive: continua il boom delle bollicine, che continuano a prendere quote di mercato ai rossi, ma anche ai bianchi fermi; la fascia di prezzo delle bottiglie che muovono il mercato è quella che parte da 3-5 euro, e arriva a 8-10 euro. Anche se, precisa qualcuno, non manca, quella clientela che non guarda al prezzo per aggiudicarsi una grande bottiglia. E se gli stranieri che arrivano in enoteca sono sempre più preparati e seguono recensioni e guide, alla ricerca di Grandi rossi, tra i palati italiani, a detta di tutti, sono sempre più graditi, anche per la stagione calda, vini freschi, non molto alcolici e profumati.

lunedì 23 agosto 2010

IL FLOP DELLA VENDEMMIA VERDE



Flop clamoroso per la vendemmia verde, con il rischio di sprecare milioni di euro finanziati dall’Ue. Le Regioni inoltre hanno partecipato anch'esse all’insuccesso dell'operazione.La “vendemmia verde” prevede premi da 1.300 euro a ettaro per uva
“generica”, e fino a 2.800 per Doc e Docg per la distruzione di tutti i grappoli non ancora giunti a maturazione, riducendo a zero la resa della intera unità vitata(da non confondere con il diradamento dei grappoli). Essendo sovvenzionata da fondi comunitari, il rischio è di perdere milioni di finanziamenti non utilizzati a causa dell'insuccesso; l'idea è stata lanciata dai burocrati impiegati nelle Regioni, che hanno dimostrato, a dir poco, la loro scarsa dimestichezza con la realtà del
comparto vitivinicolo. Il provvedimento, inizialmente poggiato su un finanziamento di 30 milioni di euro, è stato successivamente “ritoccato” fino a più di 46 milioni di euro, grazie alle stesse Regioni, che hanno distolto o recuperato risorse da altre misure di sostegno previste dall’Ocm vino. I dati però parlano chiaro: le Regioni nelle quali sono state presentate le domande per la vendemmia verde sono 13 e la misura ha trovato un accoglimento sostanziale solo in Sicilia (oltre 3.000 domande). Nelle altre dodici regioni si è trattato di una partecipazione simbolica con Veneto, Basilicata e Calabria, che hanno raccolto meno di una decina di domande. La soluzione della sconsideratezza decisionale delle Regioni resta, nelle mani delle amministrazioni regionali che devono affrettarsi a ricollocare quei finanziamenti malamente distribuiti, per scongiurare che vengano stanziati ad altri Stati, magari più coscienti di come uscire dalla crisi che ha colpito il settore.

giovedì 19 agosto 2010

" Salve Maurizio,
Se non lo sai già, Wikio è uno degli aggregatori social e blog più importanti in Italia! Indicizziamo migliaia di blog, ripartiti in varie classifiche tematiche.
Con grande piacere ti annuncio che questo mese il tuo blog Love Of Wine è entrato nella nostra classifica Vino alla posizione n.83!
Rimango a disposizione.
Buona giornata,
Florie Cordaro
Community Manager @ Wikio IT "

Questa è la mail ricevuta da Wikio e che inaspettatamente mi ha regalato questa soddisfazione ! E' vero non sono in vetta alla classifica, ma sono ben lieto di fare il gregario a nomi illustri e professionisti del vino. Quindi, un sentito grazie a Wikio e sopratutto a voi cari amici, lettori e sostenitori. Il mio obiettivo è quello di regalarvi pillole di curiosità sul vino, lasciando tutte le porte aperte per recepire consigli e suggerimenti che possano migliorare il mio servizio.
Ancora un sentito grazie!

martedì 17 agosto 2010

DOPO IL GPS GLI AEROMODELLI TELEGUIDATI



L'era dei Gps sembra ormai passata; ora è l’aeromodellismo che si applica alla viticoltura: nella foto un elicotterino comandato a distanza con cui il produttore di Franciacorta Berlucchi, ha mappato i suoi vigneti continuando ed evolvendo nel suo progetto di “precision farming”. L’obiettivo è quello di migliorare il campionamento delle uve con le mappe in vigore, elaborate dalle fotografie scattate con la fotocamera applicata sull’aeromodello, per vendemmiare in tempi diversi,nel periodo ottimale, le diverse porzioni del singolo vigneto, così da valorizzare al massimo le caratteristiche di ogni “cru”. Pensare che io nella mia azienda vado ancora a piedi; al massino sulle due ruote!

lunedì 16 agosto 2010

ULTIMISSIME VENDEMMIA 2010


Vendemmia 2010: il mercato delle uve e produttori di materia prima in crisi. La crescita delle vendite all’estero non ha sortito effetti sulla filiera,poiché l’offerta supera la domanda. I produttori di sola materia prima a rischio, con l’eccezione dei soci delle cooperative. Le buone performance nelle vendite di vino italiano,specialmente sulle piazze estere, non sono riuscite ad avere effetti positivi anche sul resto della filiera.Le criticità emerse nella campagna 2009, complice una crisi strutturale di dimensioni mai viste, non sono state recepite in modo costruttivo e i provvedimenti per arginarle sono rimasti più intenzioni che fatti, al di là di qualche timido intervento come quelli effettuati da molti dei Consorzi di tutela più importanti d’Italia per ridurre le rese. Si riparte, quindi, da prezzi decisamente bassi dell'uva anche nell’ordine di 0,20/0,30 euro al kg, chiaramente non remunerativi. A questo scenario si somma, in generale, un’offerta superiore alla domanda, dove i produttori privati di uve rischiano seriamente di diventare un ricordo del passato. Si salvano da questa spirale i soci delle cantine sociali e, proprio le cooperative, almeno quelle più capaci ed efficienti, che si apprestano a ricoprire a pieno il loro ruolo “sociale”. Qualcuno, nonostante la poca
consistenza, è ricorso agli aiuti dell’Ocm per l’estirpazione, altri a quelli per la “vendemmia verde”, un provvedimento che, però, non ha riscontrato il successo sperato. La sensazione più comune è che sia la filiera stessa ad aver smesso di funzionare. Se è vero come è vero che il primo semestre 2010 ha fatto registrare un saldo decisamente buono, specialmente sulle piazze estere, non si riesce a
comprendere la pressoché totale assenza di riverbero positivo nel resto della filiera. A voi lettori larga sentenza!

domenica 15 agosto 2010

PILLOLE DI STORIA:IL VINO E LE ANTICHE POESIE



La poesia antica di tutto il Mediterraneo, cantando le gesta di eroi e condottieri, ha spesso citato il vino. L'Iliade di Omero lo ricorda, oltre che nei giuramenti, in occasione di banchetti, riti funebri e naturalmente durante le cerimonie religiose: famoso è il passo dedicato ai funerali di Patroclo. L'epiteto "ricco di grappoli" accompagnava la descrizione di parecchie regioni. Ed una vigna, con sostegno "morto", compare nella descrizione dello scudo di Achille forgiato da Efesto, secondo quello che ci racconta di nuovo Omero. Ma potremo citare anche esempi latini ed arabi, a dimostrazione di come la coltura della vite era diffusa in tutto il Mediterraneo da tempo immemorabile e che certi passi rimangono a distanza di millenni didascalie perfette di immagini e foto che appartengono invece al nostro secolo. Un esempio lo si ha nelle stanze del "Museo della Vite e del Vino" a Carmignano, dove proprio a mo' di didascalie si susseguono lungo le pareti citazioni di Esiodo e di Catone, di Marone e di Tibullo, di Gilgamesh, di Mahabbarat e di Leonardo da Vinci.

giovedì 12 agosto 2010

LE CONTRADDIZIONI DELLA NUOVA OCM



Le nuove misure dell’Ocm, come è noto, sono molteplici, e molte a mio avviso contraddittorie. Se da un lato, per esempio, si limitano fortemente i nuovi vigneti, fornendo premi per estirpare quelli già esistenti, dall’altro, nel 2013, arriverà la liberalizzazione dei diritti di reimpianto. Ma l’Unione Europea non è un’economia chiusa e non ha più l’esclusiva della produzione del vino, il che tende a vanificare gli effetti di queste strategie. Intanto, molti soldi sono distribuiti per la promozione del vino italiano dalle Regioni (sempre nel contesto dell’Ocm); speriamo
che almeno vengano spesi bene e riescano ad aiutare davvero le cantine che sono il patrimonio dell'enologia italiana.

lunedì 9 agosto 2010

VINO E BIRRA: LA SFIDA ALL'ULTIMO CALICE




Bacco contro Cerere. Non siamo tornati indietro nel tempo immaginando un ipotetico scontro fra queste due divinità dell'antica Roma, siamo nell'anno 2010 e i nomi di questi due dei sono ancora cari agli appassionati di vino e birra. Cerere, divinità romana della fertilità e della Madre Terra, pare avesse insegnato ai mortali uomini la coltivazione dei campi e, in particolare, la produzione della birra, una delle bevande più antiche prodotte dall'uomo. Negli ultimi mesi pare che Cerere stia sfidando apertamente Bacco, antica divinità romana del vino, della vendemmia e il festeggiamento del suo culto noto con il nome di baccanale. In Italia vino e birra si stanno infatti sfidando in un serrato scontro sui consumi cercando di conquistare il gradino più alto del podio delle preferenze dei consumatori. Un fatto che in un paese come l'Italia, che vanta una cultura millenaria sul consumo e sulla tradizione del vino, rappresenta un'eclatante notizia.
Proprio in Italia, dove il trono è da sempre occupato saldamente dal vino, la birra sta conquistando progressivamente i favori dei consumatori, tanto da superare, almeno durante i fine settimana, i consumi della bevanda di Bacco. Che sia giunto in Italia un momento storico, nel quale il tradizionale vino cederà progressivamente il posto alla birra? Innegabilmente i produttori di birra e le associazioni legate a questa bevanda hanno svolto un eccellente lavoro di promozione e di rivalutazione, senza offesa per nessuno, seguendo la scia e l'esempio del successo del vino. Nei ristoranti, da sempre luogo dove il vino è incontrastato compagno del cibo, insieme alla carta dei vini e dei distillati, comincia infatti ad essere frequente anche la presenza della carta delle birre, non solo servite alla spina, ma soprattutto in bottiglia. Tipica compagna della pizza nelle scelte dei consumatori, oggi la birra in Italia sta diventando sempre più compagnia del cibo.
Il vino continua a reggere il confronto, ma è innegabile che negli ultimi mesi la distanza fra le due bevande si è evidentemente ridotta. Che si tratti di una moda passeggera, una di quelle tante mode che sono destinate a tramontare in breve tempo, come anche nel vino sono accadute negli ultimi anni? O sarà forse che i consumatori stiano cercando altro, stanchi del “solito vino”, troppo mascherato nel ruolo di bevanda elitaria, destinata solo a pochi eletti e che mette in soggezione i consumatori che così cercano una minore formalità? Senza sminuire la birra, bevanda certamente nobile che vanta una storia ancor più lunga di quella del vino, è comunque innegabile che la bevanda di Cerere sia meno formale della bevanda di Bacco, o almeno i consumatori, pur apprezzandola, non vedono nella birra la formalità e la cerimonialità che spesso accompagna il vino. O, più semplicemente, il vino ha fatto il suo tempo e comincia a stancare come stanca ogni moda?
In realtà, sono in molti a collegare questo arretramento nei consumi del vino con la legge sul consumo degli alcolici varata in Italia e, in particolare, la paura di incorrere in pesanti sanzioni qualora, alla guida di un veicolo, il proprio tasso alcolemico superi quello stabilito dalla legge. Da questo punto di vista, la birra gode certamente di un vantaggio rispetto al vino. Con il suo minore volume di alcol - il vino ne contiene una media del 13%, mentre la birra solamente il 5% - la bevanda di Cerere sembra promettere guai minori nel caso in cui si è fermati in strada dalla polizia. C'è da augurarsi che questo non corrisponda alla verità: è triste immaginare che i consumatori scelgano una bevanda - vino o birra, non fa differenza - solamente per questo motivo e non per una scelta consapevole. Un atteggiamento simile farà certamente felici i responsabili delle strategie commerciali, ma non quelli che comprendono la cultura espressa da queste due bevande. Riteniamo sia offensivo in ogni caso, sia alla tradizione e alla cultura di queste due millenarie bevande, sia per chi compie questa sciocca scelta e che può essere tristemente definito come beone, tanto per non esagerare con altre definizioni ancor meno gentili.
E se il risultato di una legge è quello di spaventare e reprimere piuttosto che fare comprendere e favorire la cultura consapevole del consumo dell'alcol, allora è una legge che deve essere migliorata e che porta solo a conseguenze negative, almeno nella cultura della gente. Gli uomini, si sa, quando si vieta loro qualcosa, non appena ne hanno la possibilità, infrangeranno quelle regole adottate unicamente per reprimere e che non costruiscono nulla. Proibizionismo docet. Che la birra stia conquistando i favori dei consumatori è evidente, e non solo al ristorante. Per certi aspetti, si sta vedendo nella birra quello che alcuni anni fa si vedeva nel vino. Per esempio, basta una rapida visita a un qualunque supermercato e se prima c'erano ampi settori dedicati al vino, oggi si vedono anche ampi spazi dedicati alla birra, con un'ampia scelta di tipi, produttori, dalle lattine alle bottiglie: ce n'è per tutti i gusti ed esigenze. E se un tempo nei tavoli delle pizzerie c'era un bicchiere di birra alla spina, oggi spesso si trova quella in bottiglia.
Lo stesso si può constatare nei ristoranti, in quel luogo dove la birra in bottiglia era fino a qualche tempo fa considerata una richiesta piuttosto bizzarra e il massimo che si poteva avere, quando c'era, era la birra alla spina, spesso di qualità discutibile. Sia chiaro, queste non sono considerazioni frutto dell'invidia o della paura di vedere tramontare la bevanda di Bacco, cosa che - francamente - ci sembra piuttosto improbabile. La birra, al pari del vino, è una bevanda nobile e antica, ricca di cultura e che di certo merita attenzione. Se poi si tratta di esaltare l'aspetto culturale di una bevanda, e non il suo lato consumistico, si può essere solamente contenti di questo, anzi, si è ben disposti a favorirlo. C'è chi sostiene che il vino, rispetto alla birra, goda di un maggiore fascino e di una maggiore nobiltà, e per questo motivo, la birra non potrà mai raggiungere il prestigio del vino. Però è innegabile che quando una birra è di buona qualità, in particolare certi lodevoli risultati ottenuti da alcune birrerie artigianali - così lontane dalle realtà industriali - anche un buon calice della bevanda di Cerere può regalare belle emozioni. E di certo Bacco, forte della sua incrollabile fama di gioioso gaudente, non potrà che compiacersi con un sorriso, strizzando l'occhio alla collega Cerere.

venerdì 6 agosto 2010

LE TENDENZE DEGLI ENO-APPASSIONATI IN VACANZA



Un recente sondaggio tra i turisti "eno-appassionati" ha evidenziato che gli stessi non rinunciano ai piaceri della tavola quando sono in vacanza, e per qualche “sfizio” enogastronomico sono disposti a spendere anche un po’ di più. Il quadro che emerge dal sondaggio mostra come i “gourmand” italiani, al ristorante, preferiscano di gran lunga i vini del territorio (95%), acquistino etichette per arricchire la propria
cantina (92%) e facciano incetta di prodotti gastronomici tipici (94%). Gran parte di loro, quest’anno,ha scelto di trascorrere le vacanze in un territorio a vocazione vinicola, in Italia o all’estero. Tra le mete preferite in Italia troviamo al primo posto il Trentino, tallonato dalla Toscana - in particolare Chianti Classico, Montalcino, Bolgheri e Montepulciano - poi il Piemonte, con preferenza assoluta per le Langhe, quindi la Sicilia, seguita da Veneto, Puglia, Sardegna e finalmente le Marche. Chi sceglie l’estero fa rotta in primis sulla Francia, con Bordeaux e Borgogna in cima alla lista delle preferenze; c’è poi chi si è recato in Spagna, in Portogallo e in Germania. Al di fuori dell’Europa svettano California e
Australia. La prima con la Napa Valley, vera e propria “mecca” degli amanti del buon bere: qui gli eno-appassionati sognano di visitare aziende “king size”, di percorrere gli splendidi itinerari tra i vigneti, di partecipare a party e concerti in cantina. Invece l’Australia rappresenta il viaggio più estremo, in una terra che conta numerose regioni vinicole, tutte da scoprire. Votato dal 7% il Sudafrica, terra di solida tradizione enologica che, complici i recenti Mondiali, è salita alla ribalta tra le mete degli eno-appassionati. Questo infine l’identikit degli intervistati che hanno risposto al sondaggio :si tratta di amanti del vino che hanno dimestichezza con le nuove tecnologie ed una quotidiana frequentazione del web. Sono in maggioranza maschi, la metà di loro ha un’età compresa fra i 30 e i 45 anni, con un elevato titolo di studio ed un buon livello socio-economico.

mercoledì 4 agosto 2010

TAVERNELLO FRIZZANTE


Come avrete visto anche dalla pubblicità in TV, da oggi sarà disponibile il Tavernello Frizzante (bianco o rosato), il primo vino in bottiglia di vetro, prodotto dal Gruppo
Caviro. La prima realtà italiana del vino che lascia il contenitore che l’ha resa famosa, il Tetra Pak non idoneo per il vino frizzante, sbarcando nel mercato classico dell’imbottigliato. Una scelta dettata da robuste ragioni di mercato: le
“bollicine”, che come ho avuto modo di decantare nei miei precedenti post, sono una tipologia che s’inserisce in un segmento di mercato dinamico, capace di produrre nell’ultimo periodo un trend di crescita molto interessante.

lunedì 2 agosto 2010

PREVISIONI VENDEMMIA 2010



Nelle stime della vendemmia 2010 sono tutti concordi: ecco allora collimare le previsioni della Cia , di Fedagri-Confcooperative e dell’Unione Italiana Vini.La Campagna Vitivinicola 2010 si appresta ad effettuare una raccolta abbastanza abbondante con un incremento tra il 3 e il 5% sul 2009 e con una aspettativa in termini di ettolitri di 46 milioni di vino ed un livello qualitativo buono. Una vendemmia omogenea sul 2009 anche nel dettaglio geografico delle macro-aree, con il Nord che dovrebbe
avere un andamento produttivo simile a quello dello scorso anno, il Centro un livello leggermente superiore e il Sud in recupero sulle perdite del 2009, ad eccezione di Sicilia e Sardegna, tendenzialmente in flessione. Da valutare, sul piano della quantità, gli effetti che avrà la “vendemmia verde” e gli estirpi previsti dalla nuova Ocm vino.