Maurizio Peroni
LA VOCE DELLA TIPICITA' DEI VINI DELLA TRADIZIONE PICENA E FAMILIARE !
THE VOICE AND THE UNIQUE CHARACTER OF THE FAMILY AND PICENO TRADITION !
THE VOICE AND THE UNIQUE CHARACTER OF THE FAMILY AND PICENO TRADITION !
sabato 25 settembre 2010
IL MERCATO CINESE
Anche sul vino, la Cina brucia le tappe, superando Gran Bretagna e Germania sul valore delle importazioni di Bordeaux dalla Francia. Un sorpasso simbolico, riferito dal “Financial Times”, che rappresenta l’ennesimo segnale di quello che è ormai diventato il primo mercato globale su molti beni di consumo. Certo non manca il lavoro da fare per far crescere la cultura del vino, oltre che il consumo, dal momento che c’è chi beve vino rosso con ghiaccio o "tracanna" bottiglie da 1.000 dollari o più.Sicuramente è un segnale importante per le strategie future anche per il vino italiano, in quanto ci sono segnali importanti per il continuo aumento del consumo di vino. La Francia in queste situazioni, anche per il prestigio che ha, è sicuramente il Paese leader, ma presto anche gli altri la seguiranno. Ed è un mercato molto eterogeneo, che non guarda solo ai vini di fascia alta.
LIV-EX 100
Liv-Ex 100 è l’indice delle 100 etichette più scambiate al mondo,che cresciuto del 30% nell’ultimo anno, non pare conoscere crisi. Il settore dei vini da collezione, è un investimento spesso scollegato sia dall’andamento dei mercati finanziari che all’andamento reale dell’economia vitivinicola. Il “Liv-Ex 100”, l’indice che rappresenta le 100 bottiglie più ricercate e scambiate al mondo, ha fatto registrare
nell’ultimo anno una crescita del 30%, pari solo a quella dell’oro che sta viaggiando su incrementi record. L’investimento in vini da collezione non è, però, un affare per tutti: si tratta di una diversificazione degli investimenti in un asset class decisamente particolare. Bisogna conoscere bene quali sono le bottiglie su cui puntare, piccoli “tesori” che costruiscono il loro valore sulla rarità,sull’annata di particolare pregio e sulla domanda elevata. E, naturalmente, è essenziale la capacità di vendere e comprare al momento giusto. Chi investe nelle cosiddette “blue chips” del vino, spesso si rivolge all’intermediario specializzato, che in base al capitale decide tipologia e tempi di compravendita. Esistono anche fondi di investimento specializzato come il Vintage Wine Fund, con portafoglio prevalentemente basato sui vini di Bordeaux; il Noble Crus, la cui soglia minima di ingresso è di 125.000 euro e punta a investitori istituzionali; oppure la Winecapital, società per azioni con sede a Milano. Per adesso, il grosso di questo mercato è dominato dai vini francesi, Bordeaux e Borgogna (90%), ma alcuni italiani si stanno facendo largo nel “Liv-Ex 100”: esemplare è il caso del Masseto della Tenuta dell’Ornellaia (l’annata 2001, venduta nel 2005 a 200 euro, oggi ne vale 500 euro), ma crescono anche il Sassicaia della Tenuta San Guido, il Solaia di Antinori, il Barolo Monfortino di Giacomo Conterno, il Barbaresco Riserva di Bruno Giacosa e la produzione d’élite di Angelo Gaja.
domenica 19 settembre 2010
PILLOLE DI CURIOSITA' : BAG IN BOX
Nei Paesi nordici,soprattutto in Scandinavia, il Bag in Box è il veicolo migliore anche per i vini di qualità, tanto da assorbire il 60% del consumo di vino complessivo. Ma nel resto del mondo stenta ad affermarsi ed è comunque sinonimo di vino di bassa qualità. Sarà solo questione di tempo o resta solo un fenomeno culturale?
ITALIANI E GDO
Calano nelle GDO i consumi in quantità, ma si punta sempre più sul "piacere" alimentare. Ecco il rapporto di Coop sulla spesa degli italiani. L’onda lunga della crisi economica continua a farsi sentire anche nei consumi alimentarti :nella grande distribuzione calano le vendite dello 0,3% nella prima metà del 2010 sul 2009, anche se, va detto, i consumatori del Belpaese sembrano sempre più orientati, in una sorta di paradosso, a una diminuzione delle quantità dei prodotti di base come pasta di semola (-2,8%), conserve a base di pomodoro (-2,3%), olio di oliva (-1,7%) e olii di semi (-5%), privilegiando un approccio più edonistico, salutare e rapido al cibo, che porta ad una crescita decisa dei carrelli “Etnico” (+6,5%), “Salute” (+6,4%) e “Pronto” (+8%), anche se, in genere, gli italiani sono diventati più sobri (il 14% dichiara di aver ridotto l’acquisto di alcolici e l’11% persino il fumo) e hanno messo in atto strategie di contenimento della spesa. Ecco la fotografia scattata dal Rapporto Coop 2010 “Consumi & Distribuzione”. Al supermercato, dunque, che gli italiani continuano a privilegiare come luogo dove fare la spesa, diminuiscono le quantità acquistate e si punta sempre più sul “private label”. Ma, la chiave di volta, è la nuova percezione dell’importanza e del valore del cibo che sta cambiando, se il carrello della spesa si riduce e torna a crescere a doppia cifra (+16%) il consumo degli apparecchi elettronici.
IN PIENA VENDEMMIA 2010:ECCO I PRIMI DATI
I dati forniti in tempo reale da Ismea/Uiv sulla vendemmia 2010: qualità buona e quantità in leggero ribasso. Poco più di 45 milioni di ettolitri: questo il quantitativo previsto da Ismea e Unione Italiana Vini per la vendemmia 2010 attualmente in corso, con la cautela usata nelle prime stime produttive di luglio che sembra quindi essere stata più che veritiera. In particolare, dalla ricognizione dei vigneti effettuata all’inizio di settembre, infatti, risulta che la campagna del 2010 potrebbe essere in linea con quella del 2009 o addirittura leggermente inferiore: il dato attesterebbe per il quinto anno consecutivo i volumi abbondantemente sotto la soglia dei 50 milioni di ettolitri. E se al Nord si prevede un sostanziale aumento, nel Centro si oscilla tra situazioni stabili e una lieve flessione. Al Sud, invece, a partire dall’Abruzzo e dalla Puglia, si registrano significative riprese produttive dopo le decise flessioni del 2009, ma senza tornare ai volumi dei tre anni precedenti all’entrata in vigore della nuova Ocm. Particolarmente importanti, invece, le perdite registrate nelle isole maggiori. La qualità, nel complesso,è buona ma, al solito, molto dipenderà dagli ultimi 20-25 giorni prima della raccolta: fondamentale un clima caldo, ma non umido, con alte temperature diurne e situazioni più fresche di notte, per rallentare la retrogradazione della componente acida. L’indagine è stata effettuata sulla base dei monitoraggi in tempo reale realizzati dalla rete di rilevazione Ismea e dalle oltre 500 imprese socie dell’Unione Italiana Vini in tutto il Belpaese. Ad aumentare l’incertezza sulla campagna appena iniziata, c’è da considerare anche l’effetto della “vendemmia verde”, attivata per la prima volta, che, di fatto, ha tolto materia prima dal circuito produttivo, oltre alle estirpazioni con premio. Nel 2010 sono state accolte domande per 10.741 ettari che si vanno ad aggiungere agli 11.571 ettari del 2009. Emblematico il caso della Sicilia che ha sommato la “vendemmia verde” alle estirpazioni e a un fisiologico calo produttivo, con una perdita stimata del 20% sul 2009.
domenica 12 settembre 2010
INIZIA LA VENDEMMIA 2010:LE PREVISIONI
Tutti si chiedono come sarà la vendemmia 2010. Molto probabilmente non sarà una grandissima annata, così come in tutto il Belpaese, dove la raccolta è in ritardo di
15 giorni sulla media tradizionale, con vini che saranno verosibilmente poco concentrati, profumati e con buone acidità, più in linea con le nuove tendenze dei consumatori che con le preferenze degli enologi, con quantità più o meno in linea con il 2009. Il tutto sarà deciso dalle condizioni metereologiche di settembre se non vireranno sul brutto tempo. Ecco le previsioni, a settembre inoltrato, tra alcuni dei più importanti enologi d’Italia: in generale, emerge la previsione per un’annata più favorevole ai vitigni bianchi, ma con una andamento della maturazione molto regolare anche per quelli a bacca rossa. Fondamentale, per il risultato finale, l’efficacia della conduzione del vigneto nei momenti più difficili della stagione, che hanno richiesto un dispiego di risorse che, forse, non tutti sono stati disposti a mettere in campo, viste le difficoltà del comparto. Una situazione che potrebbe premiare le cantine più strutturate e solide. A preoccupare di più gli enologi, infatti, oltre ai possibili capricci del tempo, è la condizione di grande difficoltà di molte aziende, con prezzi delle uve ancora in ribasso e vigneti che,per rientrare nei costi, non sempre sono stati condotti guardando alla qualità come in passato.
mercoledì 8 settembre 2010
SEMPRE PIU' HI-TECH NEL MONDO DEL VINO
Il concetto è semplice: applicare gli ultimi ritrovati della tecnologia al marketing del vino. In principio fu il BlackBerry a pensare al “sommelier” elettronico sui propri smartphone, poi venne “l’etichetta parlante” di Modulgraf, grazie ad uno speciale inchiostro. In mezzo, le versioni digitali e per iPhone delle varie enoguide. Ma la tecnologia si evolve a ritmi vertiginosi. E così, negli Stati Uniti, dalla collaborazione tra Lion Nathan Wine Group e Scanbuy, nasce “Cellar Key”: grazie ad un “tag”, un codice a barre nel collo della bottiglia,basterà avvicinare il proprio smartphone, dopo aver scaricato l’apposito software gratuito su www.getcellarkey.com, per vedere filmati e schede che raccontano l’origine dell’uva, mostrando vigne e botti, spiegano le qualità organolettiche del vino e consigliano gli abbinamenti migliori. Ancora più semplice l’idea della società italiana In-Wine. Basta collegarsi, via pc o cellulare, su www.in-wine.it,digitare il codice che sarà scritto sul collarino della bottiglia, per vedere dove è l’azienda che lo produce ed “entrarci dentro” con un tour virtuale, con il produttore che racconta la sua storia, e conduce anche il visitatore virtuale in una degustazione guidata dei suoi vini ...
domenica 5 settembre 2010
PILLOLE DI STORIA: I GRECI E IL VINO
Ci racconta Omero che i Greci bevevano vino, simbolo di indiscusso prestigio sociale, a colazione, a pranzo e a cena. Tre erano infatti i pasti nell'arco della giornata: l'ariston, il deiphon e il dorpon. Le viti non si coltivavano però a pergola, ma erano lasciate scorrere sul suolo evitando, con rami e stuoie, il contatto diretto delle ciocche con il terreno. Sempre secondo Omero era a metà settembre che gli uomini e le donne greche si dedicavano alla vendemmia; e dopo aver riempito di uva le conche di legno d'acacia o in muratura, procedevano alla pigiatura. La fermentazione avveniva in grandi vasi di terracotta cosparsi all'esterno di resina e pece e profondamente interrati, per limitare i danni provocati dalla traspirazione. La filtrazione ed il travaso seguivano dopo sei mesi ed il vino era versato in anfore di terracotta o in otri. Secondo Esiodo, invece, la vendemmia avveniva all'inizio di ottobre e l'uva, prima di essere pigiata, veniva esposta al sole per aumentarne la componente zuccherina e diminuirne l'umidità.
venerdì 3 settembre 2010
ACCORDO SUL VINO TRA AUSTRALIA E UE
Dal 1 settembre entra in vigore un accordo sul commercio di vino fra l'Unione Europea e l'Australia, che il Commissario all’Agricoltura Ciolos definisce di “vitale importanza per il settore, perché protegge il regime di etichettatura del vino nell’Ue, garantisce la piena protezione delle indicazioni geografiche europee, anche per i vini destinati ai Paesi terzi, e include un esplicito impegno dell’Australia a proteggere le espressioni "tradizionali comunitarie”. Quindi niente più Marsala made in Australia, ma neanche Porto, Champagne, e altri vini tradizionali della Vecchia Europa “rifatti” nella terra dei canguri.
DECRESCE IL VALORE DEL DIRITTO DI IMPIANTO
In calo su tutto il territorio nazionale il valore “immateriale” del vigneto, costituito dal suo valore estetico, dalla fama del territorio, dal blasone della denominazione, dalla storia e dalla tradizione delle tipologie prodotte . A “decidere” del loro prezzo sempre di più la “forza” sul mercato del vino prodotto su quelle terre, e molto meno ogni tipo di valutazione non direttamente collegata alle logiche di mercato. E dopo un’accelerazione speculativa sul mercato nel suo momento migliore, il vino ha subito, nel recente passato, una decisa battuta d’arresto e molte denominazioni e tipologie soffrono una diminuzione della loro capacità di penetrazione nei mercati. Lo testimonia anche l’andamento dei diritti di reimpianto, un po’ la rappresentazione reale di questo valore aggiunto, decisamente in sofferenza. Una difficoltà che incide sul valore dei vigneti, al di là della loro consistenza storica e mediatica.
Segue una breve analisi fatta da Assoenologi: nel 2009, c'è stato un calo tra il 5 e il 20%, ulteriormente in ribasso, -30%, ad inizio 2010. Un ribasso che interessa un po’ tutte le regioni, con qualche eccezione, pur non toccando le quotazioni stellari di qualche anno fa, da considerarsi ormai un ricordo lontano. Resistono bene, per esempio, i valori dei vigneti dell’Emilia Romagna (50-70.000 euro ad ettaro), grazie al Lambrusco e quelli della Franciacorta (100-150.000 euro), grazie alle bollicine. In crescita i vigneti del Prosecco: 250-300.000 euro ad ettaro nelle zone più vocate di Cartizze e Valdobbiadene, evidentemente più bassi (nell’ordine dei 70-80.000)per quelli nella piana friulana recentemente inglobati nella Doc. Quotazioni tra i 10.000 e i 20.000 euro in Puglia e Sicilia, con un leggero incremento per quelli coltivati alle pendici dell’Etna (30-35.000 euro ad ettaro). Un po’ più preziosi i vigneti campani, specialmente quelli irpini, con quotazioni che si avvicinano ai 40.000 euro ad ettaro. Tra le denominazioni simbolo, se nel Barolo si era arrivati a parlare di 500.000 euro ad ettaro per i vigneti nei cru più importanti, oggi si viaggia fra i 350.000 e i 400.000 euro (-30%) ad ettaro. Stima al ribasso anche per i vigneti del Brunello di Montalcino, arrivati anche a 400.000 euro ad ettaro, e che attualmente, invece, si aggirano intorno ai 300.000 euro (-25%). Da tutto questo possiamo evincere che sicuramente ci sarà una sofferenza maggiore per il valore delle denominazioni minori, mentre quelle più importanti, a meno di clamorosi riassestamenti complessivi, grazie al mantenimento degli albi dei vigneti chiusi, riusciranno a stabilizzare il valore di quei diritti.
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