Maurizio Peroni

LA VOCE DELLA TIPICITA' DEI VINI DELLA TRADIZIONE PICENA E FAMILIARE !
THE VOICE AND THE UNIQUE CHARACTER OF THE FAMILY AND PICENO TRADITION !

venerdì 26 aprile 2013

IL VINO IN TEMPI DI CRISI

 Vi riporto un articolo scritto dal sommelier Roberto Bellini, dove scrive della chiave di volta per andare incontro alla crisi del vino. Da condividere con voi ....
"Ancora non sono riuscito a comprendere se la reiterata criticità nella vendita e nel consumo del vino sia effetto della crisi economica, dello spauracchio palloncino o l’attuazione della legge che regola le condizioni di pagamento delle sostanze alimentari, vino incluso: fatto sta che si avverte una certa stasi nell’offerta di vino in wine-bar, enoteche e ristoranti e una preoccupante non domanda da parte di certi consumatori. Forse c’è un concorso sinergico di tutte e tre le variabili, ma se dovessi analizzare criticamente la questione, di certo soprassederei sull’aspetto alcool test e su quello delle condizioni di pagamento: in entrami i casi non mi sento portato a demonizzare quegli aspetti, anche perché soluzioni positivamente alternative se ne possono trovare. Anche la crisi non mi va di considerarla come strategico momento involutivo. È vero che alcune categorie sociali sono state stritolate e strangolate, e guarda caso quelle classi sociali (medio, medio alta) erano più vicine alla lucidità del vino, al “fuori casa” come momento socializzante e dialogante nel lavoro e nei rapporti interpersonali; per alcuni era anche fashion e per altri trendy: c’è stato un periodo di tempo in cui i colloqui dopo il business vertevano su arte, viaggi, ristoranti e vino, e certi vini sono capaci di personificare in pieno arte+ristorante+viaggio. C’era anche chi pensava che le macchine sotto azoto potessero evitare certe debacle, ma l’offerta restava segnatamente impersonale e comunque promiscua, alternando bottiglia e/a bicchiere senza quel feeling del servizio al tavolo, senza quel contatto non solo Sommelier cliente, ma anche bottiglia/cliente (sembra l’anticamera di un distributore automatico). Il vino è contatto, il vino è una lunga filiera che non può terminare all’atto dell’imbottigliamento, ma deve allungare la sua essenza materiale e immateriale fin dentro il bevante, e qualcuno ha il compito di accompagnarlo, non dico debba fargli da badante, ma da tutor si. Questo qualcuno è il Sommelier! Egli con la sua professionalità è capace, tra l’altro in questi tempi di crisi, di far rispettare certi budget, che non significano monetizzazione, perché è in grado di usare la carta dei vini, anche se non scritta, per attivare un’empatia enoica che porta a condividere eventuali scelte e non a farle subire al cliente. Il Sommelier non ha alcuna intenzione di combattere contro il cliente, quindi anche il cliente non deve sentirsi nel mezzo di una battaglia economica se parla con il Sommelier. Semmai dovrà sfruttarne la capacità d’intuizione psicologica, che si traducono spessissimo nella proposta del miglior valore commerciale per quella situazione conviviale. Il Sommelier sa che il cliente non farà mai uscire il dato sensibile della sua definizione di spesa e non ha alcuna intenzione di fare forzature, perché la misura del successo di un Sommelier nel suo locale è la vostra felicità nell’esserci. In tempo di crisi del vino e di feeling verso il vino affidarsi al Sommelier può evitare lo sbandamento economico del cliente; insomma, in tempo di crisi può essere accettabile -se non auspicabile- anche una condivisione di scelta tra il Sommelier e il cliente. Un Sommelier formatosi con cura e rigore, magari che s’è evoluto con dei Master, ha anche l’attitudine a indagare, è un wine-detective, ed eviterà che il cliente sia preso dall’angoscia di una selezione monetaria del vino, che volgendosi al basso (in tempo di crisi) alla fine lo danneggia nella propria voglia di gradevolezza e in quella dei suoi ospiti e crea un flop nella cena o nel pranzo. Il Sommelier non vi suggerirà vini estremi o oscuri se non avverte la voglia di avventura nel tavolo, e se non siete degli habitué del locale, mai e poi mai azzarderà, perché potrebbe incocciare in un sicuro errore. Il Sommelier condividerà con il cliente la forza intellettuale e immateriale del vino, semplicemente con il dialogo, con il racconto, con un’emozionale condivisione che egli ha impresso nella sua memoria di degustatore e che il cliente degusta in quegli attimi. Curare e coccolare il cliente e il vino, è una delle migliori progettualità per gestire il vino (e quindi al cliente) nel tempo della crisi."

2 commenti:

  1. In tempo di crisi si guarda più ai prezzi che alla qualità del vino che si beve. Purtoppo è un'amara verità.

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  2. Secondo me è sbagliato pensare: abbasso il prezzo così io vendo e la mia concorrenza no! Poi facciamo due conti anche spannometrici e ci accorgiamo che non ci sono marginalità.... allora abbassiamo la qualità del vino che mettiamo in bottiglia. Il cliente si sfalderà su un consumo di vino mediocre e non sarà più in grado di formarsi sul vino. Allora puntare sempre sulla qualità-tipicità, comunicazione e segmentazione del mercato a cui rivolgersi. la domanda a questo punto è: le ns pmi son in grado di strutturarsi in questo modo?

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