Maurizio Peroni

LA VOCE DELLA TIPICITA' DEI VINI DELLA TRADIZIONE PICENA E FAMILIARE !
THE VOICE AND THE UNIQUE CHARACTER OF THE FAMILY AND PICENO TRADITION !

domenica 11 luglio 2010

OTTO ETICHETTE, UN PECORINO


Sono queste le etichette scelte da Bruno Vespa per il suo editoriale sul mensile CAPITAL di Giugno, inerente al vitigno Pecorino. Di seguito ve lo ripropongo interamente, facendovi notare alcune lacune nel redazionale. Quando ho inviato la campionatura di vino ho anche allegato tutta la documentazione scientifica derivante da anni di sperimentazione su questo vitigno che i Poderi Capecci San Savino hanno fatto insieme con l'Ente di Sviluppo della Regione Marche.Quindi come si legge nell'articolo è vero che la riscoperta è dovuta all'Azienda Cocci Grifoni, sarà anche vero che la prima etichetta è di Cataldi Madonna, ma è altrettanto vero che San Savino è l'unica azienda ad avere documentazione tecnica derivante da anni di sperimentazione in campagna e in cantina con processi di micro-vinificazione. Perchè tali dati non hanno valenza redazionale? Non sarà per orgoglio abruzzese? E il pluralismo di conduttore di Porta a Porta? Lascio a voi lettori il vostro giudizio personale dopo la lettura dell'articolo:


MI VEDO PORTARE una forma di formaggio Pecorino e una brocca di vino torbido e dal colore accentuato». Era il 1972 e Donato Albiani, allievo di un corso dell'Associazione italiana sommelier, invitò il suo maestro,Teodoro Bugari, nel proprio ristorante a Loro Piceno, in provincia di Macerata. Albiani disse che quel vino era «lu Pecurì», frutto di vigne un po' frustrate che crescevano lì intorno. Il vino, ormai, il nome ce l'aveva e col nome si tirava dietro anche duemila anni di storia, visto che è nato prima di Cristo. Si trattava ora di farne un prodotto decente.
Ci pensò Guido Gocci Grifoni, vignaiuolo di Ripatransone (Ascoli Piceno), che cominciò a lavorarci nei primi anni 80 portando il vitigno a conquistare nel 2001 la Doc, Offida dal nome di un paese di 5mila abitanti arroccato sulle colline in provincia di Ascoli. Ma per la prima volta, nel '96, il nome Pecorino fu stampato su un'etichetta in Abruzzo da Luigi Cataldi Madon¬na di Ofena, in provincia dell'Aquila. Abbiamo così due Pecorino, il marchigiano e l'abruzzese, che si fanno una gagliarda concorrenza visto che questo vino è diventato di gran moda.
Con tutto il rispetto per l'oste Albiani e per il suo maestro Bugari, da aquilano che ha nel ricordo lo strepitoso formaggio Pecorino di Pizzoli non mi sarebbe mai saltato in mente di abbinarvi un bianco, essendo quel formaggio sposo ideale di grandi rossi. È pur vero, tuttavia, che il carattere spigoloso e talvolta perfino intelligentemente provocatorio di questo vino bianco ben si addice al suo nome. E veniamo alle etichette. Trasferendo anche in questo campo il celebrato pluralismo politico di Porta a porta, ne ho scelte otto, quattro marchigiani e quattro abruzzesi.
Tra le prime, l'onore delle armi va a Gocci Grifoni per le ragioni che abbiamo già esposto. Una recente selezione verticale spintasi fìno all'inizio degli anni 90 avrebbe rivelato sorprendenti capacità di tenuta del Pecorino. Da appassionato di bianchi invecchiati, avrei curiosità di assaggiarli visto che l'annata 2008, pur nel prezzo inferiore ai 10 euro, non rende pienamente onore al prestigio della casa. Assai più intrigante l'annata 2009. Il Villa Angela di Velenosi (13 euro) ha un eccellente rapporto tra qualità e prezzo perche può essere tranquillamente servito in cene impegnative. Appena una tacca sotto il Pecorino 2008 dei Poderi Capecci San Savino: tonico e accattivante a soli 9 euro. Di Le Caniette ho assaggiato due annate: il 2007 (Io sono Gaia non sono Lucrezia) ha il profu¬mo seducente di una scampagnata, il 2003 col suo colore caldissimo e il sapore coinvolgente appena sull'orlo della discesa è stato apprezzato anche dal mio modesto hamburger. Tra gli abruzzesi, debbo fare ammenda con Cataldi Madonna. È vero: l'annata 2007, pur gradita a tante persone più autorevoli di me, non mi aveva convinto. Diversa e migliore, il mio giudizio, l'annata 2008 (25 euro): sapida, scontrosa, ma con forti capacità seduttive. Marcello Zaccagnini, in crescita costante ormai da molti anni, affianca alla piacevolezza dell'annata 2009 del suo Pecorino Yamada (11-13 euro in enoteca), la solidità di un ottimo bianco da tutto pasto per tutto l'anno. Laura e Mimmo Pasetti hanno avuto successo all'ultimo Vinitaly con il loro Pecorino 2008 (12 euro). Se il Pecorino è un vino di carattere, questo ce l'ha tutto. Rude, ma con classe. Ineccepibile il Pecorino 2009 dei fratelli Di Properzio (LaValentina, 12 euro): pieno e pastoso, è un bel bianco per piatti consistenti. Non mi piacciono gli stereotipi, ma davvero il Pecorino riassume il vecchio detto sul carattere degli abruzzesi: forte e gentile.

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