Maurizio Peroni

LA VOCE DELLA TIPICITA' DEI VINI DELLA TRADIZIONE PICENA E FAMILIARE !
THE VOICE AND THE UNIQUE CHARACTER OF THE FAMILY AND PICENO TRADITION !

domenica 21 novembre 2010

IL FUTURO DELLE AZIENDE ITALIANE:L'EXPORT

Lo sappiamo bene, il consumo di vino in Italia è calato del 30% dagli anni ’80, come conferma l’Ismea con gli ultimi dati: nel 2010 siamo scesi sotto la soglia dei 20 milioni di ettolitri, con un consumo pro-capite sceso a meno di 40 litri all’anno. Numeri che, a sé stanti, farebbero gridare alla crisi. Ma ogni crisi nasconde un’opportunità, ed è ai mercati esteri che deve guardare la produzione enologica italiana. Perché all’estero il trend si inverte, e, rispetto a 20 anni fa, i consumi di vino registrano crescite quasi ovunque: dalla Cina al Regno Unito, dalla Russia agli Usa. Eccola, allora,l’opportunità: “esportare fuori dai confini nazionali il vino made in Italy sembrerebbe più che un’opportunità, un obbligo”. Questa idea molte volte si contappone all'idea che "le esportazioni servono solo a smaltire le
eccedenze del mercato interno". Il mercato vuole i vini, e allo stesso modo i vini “vogliono” il mercato. Se questo non si identifica più con la bottega all’angolo, non c’è storia: devono essere venduti là dove il mercato ha maggiore capacità di attrazione. Lo si comincia a capire, in Italia, se è vero come è vero che i dati sulle esportazioni di vino nei primi 7 mesi del 2010 mostrano una ripresa delle vendite oltre frontiera, con una crescita del 7,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sembrerebbe che attualmente a trainare questo nuovo concetto di mercato siano Campania,Basilicata e Puglia.

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