Mentre tanti parlano di crisi e di recessione, e di consumi che cambiano,
secondo la ristorazione italiana di qualità, la carta dei vini,
che già mediamente conta 250
etichette, è destinata a crescere, sia per numero di proposte,
soprattutto con vini del territorio in cui si trova il ristorante, che nei
prezzi medi delle bottiglie. Lo dice il 38% dei ristoratori sondati da
Gfk Eurisko, con il 52% che, invece, non prevede variazioni, e solo il
18% che pensa di tagliare. Ma oggi, qual è l’identikit della carta dei vini?
Secondo l’indagine, la maggior parte delle bottiglie (43%) sta
nell’ampia fascia tra i 50 e i 200 euro, con i rossi ancora più presenti
dei bianchi, e le bollicine che vantano più di 1 etichetta su 5, anche se
ormai nessun ristorante rinuncia a offrire qualche bottiglia di vino
rosato e da dessert. E il responsabile della carta non sceglie tanto in
base a recensioni e simili: per il 43% la prima motivazione è una
decisione personale, basata sul proprio gusto e sulle richieste dei
clienti. Poi vengono la provenienza (38%) e la qualità del vino (24%).
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